19.2.07

Berlusconi, la storia non dimentica


Ricorre il 15° anniversario dell'arresto di Mario Chiesa, che diede il
via all'indagine Mani Pulite. Per l'occasione, vengono riesumate su giornali
e tv tutte le bugie e i luoghi comuni inventati nell'ultimo decennio per la
campagna revisionista craxian-berlusconiana, che ha trovato tante sponde anche a sinistra.
La persecuzione politica. "Appena sono sceso in politica, hanno
cominciato a fischiare i proiettili delle procure eccellenti per rovesciare
il mio governo" (Berlusconi, 16-4-1998). Ma è vero il contrario: prima
nascono le inchieste sulla Fininvest, poi (e forse proprio per questo)
Berlusconi "scende in campo" politico. La prima indagine sul Berlusconi
imprenditore, per traffico di droga, fu aperta dalla Guardia di Finanza a
Milano nel lontano 1983 e poi archiviata. Nel 1989 Berlusconi viene
processato a Venezia per falsa testimonianza sulla loggia P2: nel 1990 la
sezione istruttoria della Corte d'Appello ritiene il reato dimostrato, ma
estinto per l'amnistia appena varata dal Parlamento. Le prime indagini del
pool Mani Pulite in casa Fininvest risalgono al '92, quando analoghi
accertamenti investivano tutti i gruppi imprenditoriali di livello
nazionale, e quando nessuno sospettava che, di lì a due anni, Berlusconi
sarebbe entrato in politica. Risale ad allora, cioè ai primordi di Mani
Pulite, il primo rapporto del Secit sulle irregolarità fiscali di
Publitalia. Il 26 giugno '92 il pool fa arrestare Aldo Brancher, braccio
destro di Confalonieri, per 300 milioni versati al ministro De Lorenzo.
Vengono anche accertati finanziamenti al segretario del Psdi Antonio
Cariglia. Il 23 novembre '92 viene indagato Paolo Berlusconi per tangenti
sulle discariche e subito dopo, a Roma, per i "palazzi d'oro". Il 4 novembre
'93 il pm romano Maria Cordova chiede l'arresto di Gianni Letta e Adriano
Galliani per presunte tangenti sul piano delle frequenze tv collegato alla
legge Mammì. A Milano viene arrestato un altro manager del gruppo, Sergio
Roncucci. Emergono mazzette Fininvest per discariche e campi da golf,
palazzi venduti a enti previdenziali e così via. Finiscono sotto inchiesta
anche una dozzina di manager del Biscione, tra cui Confalonieri, Foscale,
Dell'Utri. Nel settembre '93 il pm Tiziana Parenti indaga sulle strane
manovre della Fininvest per impedire, nel 1986, la pubblicazione della
biografia non autorizzata di Berlusconi dagli Editori Riuniti. Il 9
settembre 1993 i giornali annunciano che la Parenti sentirà presto
Berlusconi. Ma non farà in tempo. Sarà Berlusconi a convocarla: per
candidarla in Forza Italia.

La realtà, dunque, è il contrario della vulgata berlusconiana: all'inizio
del '94 il Cavaliere, sentendo stringersi intorno a sé il cerchio delle
inchieste, si butta in politica. Lo confida lui stesso a Montanelli e Biagi:
"Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti". Le
indagini sono una causa, non un effetto della discesa in campo. Lo afferma
esplicitamente il gup di Brescia Carlo Bianchetti il 15 maggio 2001:
"Risulta dall'esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle
prospettazioni del denunciante (Berlusconi, nda), le iniziative
giudiziarie... avevano preceduto e non seguito la decisione di "scendere in
campo"... La Procura di Milano aveva già avviato numerosi procedimenti per
fatti concernenti lui e/o le sue aziende, compiendo tra il 27 febbraio '92 e
il 20 luglio '93 ben 25 accessi presso le diverse sedi Fininvest e
Publitalia... si può affermare che l'impegno politico del denunciante e le
indagini ai suoi danni non si pongono tra loro in rapporto di causa-effetto;
la prosecuzione di indagini già iniziate, e l'avvio di ulteriori indagini
collegate, in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria
originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico
dell'indagato e a tal fine diretta".

L'accanimento anti-Fininvest. «C'è un accanimento spietato che si sta
producendo nei confronti di un solo gruppo industriale. Un accanimento che
non è casuale. I magistrati stanno facendo politica» (Berlusconi,
4-10-1994). In realtà tutti i grandi gruppi sono stati coinvolti da
indagini, arresti, perquisizioni, processi negli anni di Mani Pulite: dalla
Fiat alla Ferruzzi, da Ligresti a De Benedetti, da Lodigiani alle coop
rosse, da Iri a Eni. Berlusconi, semmai, fa eccezione perché è uno dei pochi
capitani d'industria a non esser mai stato arrestato.

La storia non dimentica, i fatti adesso sono passati ma non sono stai dimenticati.
Almeno chi non vuol ricordare, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Nessun commento: