23.6.07

Tunguska: quando la ricerca scientifica si dedica agli UFO



Dal 14 al 30 luglio 1999 una spedizione scientifica italiana si è recata nella regione di Tunguska (Siberia), teatro nel 1908 dell'esplosione di un oggetto cosmico.
La spedizione, battezzata "Tunguska99" è stata organizzata dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, in collaborazione con l'Osservatorio Astronomico di Torino e l'Istituto di Geologia Marina (CNR di Bologna) e con il supporto sul posto del personale e dei ricercatori dell'Università di Tomsk (Russia).
La spedizione "Tunguska99" è un apporto ai programmi internazionali sulla scoperta e lo studio delle caratteristiche fisiche di asteroidi e comete potenzialmente pericolosi per l'umanità.
Eppure, si dice che qualcuno ha trovato tracce di materiali sconosciuti con incisi ideogrammi non ancora identificati. Qualcuno ha cancellato tali tracce e perchè?
Mario di martino e Giuseppe Longo parlano della spedizione:
I partecipanti e l'equipaggiamento della spedizione sono stati trasportati dall'Italia a Krasnoyarsk da un velivolo Iljushin IL-20M dell'Istituto Statale di Ricerca dei Sistemi Aerei (GosNIIAS) e da Krasnoyarsk a Tunguska da un elicottero MI-26.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati è stato costruito un campo base nella taiga ad alcune centinaia di chilometri dai centri abitati raggiungibili su strada.
La spedizione si prefiggeva un compito più vasto di quello della prima spedizione italiana organizzata dall'Università di Bologna nel 1991, volta alla ricerca di microparticelle dell'oggetto cosmico nella resina degli alberi (Longo et al., 1994; Serra et al., 1994).
Gli obiettivi principali della spedizione "Tunguska99" erano:
1) studiare la struttura e i sedimenti del lago Cheko, un piccolo specchio d'acqua prossimo all'epicentro dell'evento Tunguska;
2) eseguire un rilevamento fotografico aereo del luogo dell'esplosione;
3) raccogliere legno, torba e campioni di rocce;
4) monitorare i raggi gamma durante i voli Italia-Siberia-Italia e a Tunguska.

2.
Abbiamo effettuato uno studio geofisico/sedimentologico del lago Cheko, un piccolo lago (diametro di circa 500 metri) che si trova a 8 km dall'epicentro. Il nostro lavoro aveva due obiettivi principali: 1) verificare se la formazione del lago potesse essere correlata all'evento del 1908; 2) rilevare nella sequenza sedimentaria nel lago evidenze geofisiche e geochimiche dell'evento, dalle quali trarre informazioni sulla natura dell'oggetto cosmico.
Lo studio sul campo ha incluso l'acquisizione dei seguenti dati: a) morfobatimetria acustica; b) riflettività del fondale; c) indagini con scandaglio sonar; d) indagini acustiche a bassa frequenza e risoluzione per lo studio della stratigrafia del fondo del lago; e) indagini radar ad alta risoluzione per individuare le strutture dei sedimenti del lago (Pipan et al., 2000); f) carotaggi dei sedimenti.
Il lavoro successivo sarà focalizzato sull'analisi delle carote e sull'individuazione di possibili effetti fisici nella successione sedimentaria (ad es. frane delle pareti del fondale del lago), che potrebbero fornire importanti indizi circa l'energia dell'evento.

3.
E' stata compiuta un'analisi aerofotografica multispettrale impiegando il velivolo Iljushin IL-20M dell'Istituto Statale di Ricerca dei Sistemi Aerei (GosNILAS). L'analisi aerofotografica ha riguardato una superficie di oltre 230 km2 compresi tra le latitudini 60° 50' 00" N e 60° 58' 30" N e tra le longitudini 101° 45' 00" E e 102° 05' 00" E. Le immagini sono state realizzate in scala 1:8000 e 1:14000 con una copertura del 60% in longitudine e del 30% in latitudine.
Parallelamente è stata eseguita una scansione lineare simultanea in 6 bande spettrali, da quella ottica all'infrarosso termico: 0.43-0.51 µm, 0.50-0.59 µm, 0.61-0.69 µm, 0.76-0.90 µm e 8.0-12.5 µm.
Durante il volo, la posizione dell'aereo era continuamente monitorata con un sistema GPS ed in questo modo le coordinate erano collegate direttamente alle fotografie.
Contemporaneamente sono state misurate al suolo le coordinate geografiche di differenti punti appartenenti alla stessa area. Queste misurazioni al suolo con sistema GPS sono state eseguite con un errore inferiore a 20 m. I risultati dell'analisi aerofotografica e delle rilevazioni topografiche al suolo saranno utilizzati per riesaminare il materiale aerofotografico ottenuto nel 1938 sotto la direzione di L.A. Kulik (Kulik, 1939 e 1940), in modo da verificare alcuni particolari dell'esplosione del 1908 e verificare una recente ipotesi sull'evento (Nikolaev, 1998).

4.
Sono stati raccolti campioni di legno dagli alberi sopravvissuti all'esplosione del 1908 posti a differenti distanze dall'"epicentro" in modo da approfondire l'analisi eseguita dalla prima spedizione italiana nel 1991. E' stata raccolta una zolla di torba (50 x 20 x 70 cm) in un punto distante circa 500 m dal lago Cheko. Verranno eseguite l'analisi isotopica e l'esame dei pollini in modo da trovare indicazioni sulla composizione dell'oggetto cosmico. Si analizzeranno anche i pollini presenti nei carotaggi effettuati nei sedimenti del lago Cheko e nei campioni di torba prelevati da strati precedenti e successivi all'evento Tunguska. A tal fine sono stati raccolti campioni di fiori in diversi punti della zona. Lo studio dei pollini dovrebbe consentire di ottenere informazioni sui cambiamenti nella vegetazione a seguito dell'impatto del 1908. Si procederà allo studio della petrologia e della geochimica delle rocce ignee del Mesozoico che affiorano nella regione di Tunguska. Verranno analizzati i campioni raccolti dalla cosiddetta "John rock" al fine di individuare se la sua origine sia terrestre o cosmica. Si stanno esaminando anche due chilogrammi di ghiaia provenienti dal fondo del lago per individuare se la vetrificazione sia connessa con fenomeni vulcanici o sia imputabile all'evento Tunguska.

5.
Un rilevatore del gruppo VRC (Variazione della Radiazione Cosmica) dell'Università di Bologna ha monitorato i raggi gamma sia durante i viaggi aerei Italia-Siberia-Italia sia durante le due settimane di permanenza nella Riserva Naturale di Tunguska. Simili rilevatori sono stati utilizzati nel passato dal gruppo per studiare le variazioni dei raggi gamma dipendenti dall'attività solare, dal campo geomagnetico e dalle condizioni ambientali in Italia, Antartide, isole Svalbard, Himalaya e durante il viaggio per mare Italia-Antartide-Italia.
Al campo base i raggi gamma provenienti dalla radiazione cosmica e dall'ambiente sono stati costantemente monitorati a intervalli di 15 minuti, considerando le bande di energia tra 0.05-3 MeV e 3-10 MeV. Nelle vicinanze del lago Cheko si sono registrati radionuclidi generati dalle catene di decadimento del 238U e 232Th. I dati saranno ulteriormente esaminati per individuare altri radionuclidi di origine naturale o imputabili all'uomo. Le misurazioni effettuate in volo indicano una significativa variazione del flusso di raggi cosmici come conseguenza dell'attività solare.
A questo indirizzo tutte le foto ed anche altro sulla spedizione http://www-th.bo.infn.it/tunguska/index.html

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