24.12.07
Risorgimento: quello che non si può raccontare
La liberazione dallo "straniero" austriaco era la cosa che interessava
meno alla casta liberal-massonica che teneva Carlo Alberto praticamente
in pugno. La Massoneria, a quel tempo fanaticamente anticattolica
(ricordiamo che era stata trapiantata in Italia dai rivoluzionari
francesi) teneva soprattutto a distruggere l' Austria "papista".
Nel Sudamerica, con la complicità interessata degli Usa, aveva promosso
una serie di guerre d"'indipendenza" che avevano tolto tutto alla
Spagna e al Portogallo e gettato quel continente, un tempo prospero,
in braccio allo sfruttamento americano e inglese. Nell'Ecuador, per
esempio, il presidente Garcia Moreno, cattolico, aveva consacrato la
Costituzione al Sacro Cuore, ma aveva anche dimezzato le tasse e
triplicato i salari, arrivando a concedere il voto anche agli indios.
L'Ecuador fu l'unico stato a mandare un modesto aiuto economico al papa
Pio IX, dopo l'invasione di Roma da parte dei piemontesi. Garcia Moreno
venne assassinato mentre usciva di chiesa.
Alla Prima Guerra d'Indipendenza italiana, com'è noto, parteciparono
tutti gli stati della penisola, anche i borbonici e perfino un
contingente pontificio. Ma quando si accorsero che non si trattava di
unire l'Italia in una confederazione secondo i progetti di Gioberti e
Cattaneo, ma di star prestando man forte all'espansione del Piemonte,
tutti si ritirarono. Carlo Alberto, resosi conto di essere stato di
fatto il burattino di un progetto massonico internazionale, cambiò idea
e da quel momento venne beffeggiato come "il re tentenna". Suo figlio
Vittorio Emanuele, invece, stette al gioco dei massoni Palmerston e
Napoleone III. Pura propaganda era l'idea di "unità d'Italia", tant'è
che l'italiana Corsica fu lasciata fuori, e Nizza e la Savoia
tranquillamente barattate.
Con le leggi Siccardi il Piemonte carbonaro gettò la maschera e
cominciò un'aggressione anticattolica senza precedenti. Gli ordini
religiosi furono espulsi, i vescovi incarcerati, i beni ecclesiastici
confiscati, i conventi divennero prigioni e caserme. Le processioni
vennero vietate e si procedette a un'epurazione degli impiegati statali
"papisti". L'assassinio di Pellegrino Rossi e poi l'effimera Repubblica
Romana inaugurarono l'era dei cortei massonici con gli stendardi neri
raffiguranti Satana che schiacciava la testa all'arcangelo Michele.
Le chiese assaltate, le tipografie cattoliche devastate, i gendarmi che
intervenivano per arrestare i "provocatori" cattolici.
Con i soldi inglesi e le truppe francesi Cavour e compagni scatenarono
una serie di guerre tutte regolarmente perse (la Seconda Guerra
d'Indipendenza fu di fatto vinta dagli zuavi francesi). Le sole
campagne vittoriose furono quelle contro altri italiani: il Papa e il
Sud. La Terza Guerra d'Indipendenza finì col disastro di Custoza e
Lissa, malgrado l'Austria avesse offerto gratis il Veneto e il Trentino
purche l'ltalia si ritirasse dall'alleanza con la Prussia.
I "plebisciti" sancirono l'annessione forzata di tutti gli ex stati
italiani. La gente doveva votare all'aperto, mettendo le schede in due
urne: su una stava scritto"sì", sull'altra "no". A Napoli si dovette
votare passando tra due ali di garibaldini armati. Malgrado ciò, i voti
sommati risultarono pure molto superiori all'effettivo numero dei
cittadini (segno che ogni "liberatore" aveva votato più volte).
La spedizione dei Mille venne finanziata dagli inglesi e dai
protestanti americani e tedeschi. Ai Mille man mano si aggiunsero
soldati piemontesi travestiti. Molti alti ufficiali borbonici, massoni,
cedettero senza combattere (alcuni finirono linciati dalle loro stesse
truppe). Quando i borbonici poterono combattere davvero, al Volturno,
Garibaldi a stento riuscì a salvare la pelle. A Gaeta, Cialdini
continuò a cannoneggiare per ore (anche l'ospedale) dopo che era stata
issata la bandiera bianca. Lo stesso farà Cadorna alla breccia di Porta
Pia. Diversi ufficiali piemontesi, cattolici, preferirono dimettersi.
Il floridissimo Regno delle Due Sicilie in brevissimo tempo fu portato
al tracollo finanziario, e i meridionali per la prima volta nella loro
storia furono costretti a emigrare all'estero per poter mangiare.
Il Sud dovette pagare le guerre del Piemonte, anche quella combattuta
contro i meridionali stessi. Arrivarono tasse anche sul macinato, sulle
porte e le finestre (le case cominciarono così ad avere un sola
apertura, con conseguenti epidemie di tubercolosi, il male del secolo),
arrivò la leva obbligatoria che durava anni e toglieva braccia a
popolazioni prevalentemente agricole. Per dieci anni il Sud fu trattato
come una colonia da sfruttare; sorse per reazione il cosiddetto
"brigantaggio" (i partigiani dell'ex Regno, come al solito, vennero
definiti banditi).
Metà dell'esercito piemontese era di permanenza nel Sud, con uno stato
di emergenza continuo: fucilazioni di massa, rappresaglie, stermini,
incendi. Nacque così il problema del "mezzogiorno", da allora mai più
risolto. Nel nuovo regime burocratico e accentrato i meridionali,
privati delle industrie e delle terre ecclesiastiche e statali su cui
lavorare, presero il vizio di far carriera nella pubblica
amministrazione. Lo scrittore Ippolito Nievo, cassiere dei Mille, morì
in un misterioso naufragio mentre tornava al Nord con le ricevute delle
somme erogate. Cominciarono gli scandali: l'appalto dei tabacchi,
quello delle ferrovie, lo scandalo della Banca Romana. Cominciarono i
cadaveri "eccellenti" e le "ingabbiature" di cui non si sarebbe mai
saputa la verità.
Alla breccia di Porta Pia, dopo i bersaglieri, il primo ad entrare fu
un carretto di Bibbie protestanti, tirato da un cane chiamato
"Pio Nono". Tra i patti che Cavour aveva fatto con gli inglesi,
"padrini" dell'espansione piemontese, c'era anche l'appoggio alla
divulgazione protestante contro l'odiato "papismo". Garibaldi si ritirò
a Caprera con un sacco di grano (secondo la leggenda) e con una cassa
di Bibbie protestanti (secondo la storia vera). Anche i soldati
italiani in Crimea vennero inondati di Bibbie protestanti. Quando Pio
IX morì il suo corteo funebre venne assaltato da fanatici massoni che
cercarono di gettare nel Tevere la bara. Ogni venerdì santo le logge
organizzavano giganteschi banchetti all'aperto in Roma, a base di carne
di maiale. Il sindaco di Roma, duca di Torlonia, che aveva osato fare
gli auguri a Leone XIII, venne destituito.
Il sindaco più ricordato del tempo è il massone Ernesto Nathan, figlio
dell'amante inglese di Mazzini, il quale potè fare il sindaco della
capitale d'Italia pur essendo cittadino inglese. Del resto solo meno
del 2% della popolazione aveva diritto al voto. Gli inglesi avevano
appoggiato l'invasione del Sud anche con le loro navi. Il Regno delle
due Sicilie deteneva il monopolio dello zolfo, essenziale per i
battelli a vapore, e l'Inghilterra voleva metterci sopra le mani.
In più, gli industriali piemontesi avevano tutto l'interesse nella
distruzione delle industrie borboniche, molto quotate
internazionalmente e fortemente competitive.
Quando i siciliani che avevano appoggiato i Mille, credendo che i
"liberatori" avrebbero provveduto a una redistribuzione di terre, si
appropriarono di alcuni appezzamenti a Bronte e a Villalba, Bixio
ricevette l'ordine di procedere a una spietata repressione. Quelle
terre appartenevano a inglesi. Una, in particolare, al padre delle
scrittrici Charlotte ed Emily, appunto, Bronte. Ultima stranezza
(ma non troppo): Garibaldi, Mazzini, De Amicis e molti dei "padri della
patria" erano spiritisti. A chiarire che si trattava esattamente di
un'espansione piemontese il nuovo Re d'Italia, Vittorio Emanuele, non
fu "primo", ma rimase "secondo". Vittorio Emanuele Il, Re
(adesso anche) d'Italia.
da Rino Cammilleri - "Fregati dalla scuola"
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