19.7.09
Il problema del denaro
L’attuale crisi economica sta portando alla ribalta i movimenti di riforma monetaria come l’End The Fed. Questi movimenti mettono in luce ciò che è sbagliato nel nostro sistema monetario di oggi, vale a dire il fatto che si tratta dello strumento con cui le persone vengono mantenute nella schiavitù del debito.
Purtroppo questi movimenti chiedono spesso un ritorno della copertura della cartamoneta con oro e argento. In altre parole, che dovremmo essere in grado di riscattare la nostra cartamoneta con oro e argento – anche se non vedo perché dovremmo farlo, l’oro e l’argento sono troppo pesanti da portare in giro. Secondo i sostenitori del “vero denaro”, la cartamoneta che non possa essere coperta da metalli preziosi non dovrebbe essere più in circolazione.
Ma il ritorno ad un gold o un silver standard non stabilizzerà la nostra economia. Il vero problema della nostra moneta non è la sua natura a corso forzoso. Di per sé, oro e argento sono monete a corso forzoso. Parecchio tempo fa diverse culture decisero che questi metalli avevano un valore e potevano essere utilizzate nelle transazioni commerciali. Le culture che non avevano accesso a questi metalli utilizzarono qualcos’altro: conchiglie, piume, rocce e così via per facilitare gli scambi. Il decreto di un qualche antico sovrano per utilizzare oro e argento come moneta equivale alla disposizione del governo degli Stati Uniti di utilizzare le banconote della Federal Reserve. Ma noi non consideriamo l’oro e l’argento come moneta a corso forzoso perché la decisione di utilizzarli come moneta è stata presi millenni orsono. Il valore dell’oro e dell’argento è un’accettazione di base, che fa parte della nostra “memoria razziale” e che non mettiamo in discussione. Ma non c’è nulla nell’ordine naturale delle cose che sancisca che questi metalli abbiano un valore. E’ solo un’antica opinione generale, che viene ancora accettata, che li considera così. Thomas Nast, grande vignettista politico americano del diciannovesimo secolo e sostenitore della “moneta pesante”, aveva ragione quando tratteggiò un disegno in cui si diceva che il Congresso potrebbe dichiarare che il sapone liquido sia una moneta. Per la verità, se anche nell’antica Grecia e a Roma avessero fatto un simile annuncio, mi chiedo con cosa ci laveremmo oggi.
Il problema immediato della nostra moneta non è la sua natura a corso forzoso. Il problema del denaro è l’interesse. Le antiche religioni proibivano l’interesse – l’Islam osserva ancora questo divieto – perché ritenevano il tempo come un dono di Dio. Ma l’opinione generale si sgretolò ed entrò in vigore l’interesse, come pagamento per il tempo in cui un prestatore sarebbe rimasto senza il suo denaro. L’interesse è ciò che ha trasformato ogni transazione commerciale in una transazione di debito. E inoltre ha bisogno che l’economia mondiale sia in uno stato di crescita permanente perché la crescita è necessaria per espandere l’offerta monetaria per ripagare il prestito PIU’ l’interesse. Se non ci fosse l’interesse e le persone che hanno un’eccedenza di denaro lo prestassero a coloro che ne hanno bisogno, sarebbe restituita semplicemente la somma presa a prestito e l’offerta monetaria non avrebbe bisogno di crescere solo per il fatto che ogni prestito può essere ripagato con l’interesse. Non è una cosa di cui non s’è mai sentito parlare, è qualcosa che si fa tra amici.
Come giustamente fanno notare gli oppositori della moneta a corso forzoso, l’aumento dell’offerta monetaria diminuisce il valore di ciascun dollaro in circolazione. Essi proporrebbero di limitare questi aumenti inflazionari dell’offerta monetaria legando la cartamoneta all’offerta limitata di oro e argento. Ma questo potrebbe far emergere il problema di un inutile contenimento della vera crescita a causa di un’offerta monetaria insufficiente. Voglio dire, affrontiamo il problema dell’inflazione alla radice abolendo l’interesse (un modo per eliminare l’interesse e fornire comunque degli incentivi alla circolazione della moneta è il nucleo del libro “Interest and Inflation Free Money: Creating an exchange medium that works for everybody and protects the earth” di Margrit Kennedy. E’ pubblicato da New Society Publishers).
La necessità di far sempre crescere l’economia per pagare l’interesse è diventata insostenibile. Nessun sistema cresce per sempre. La visione lineare dell’Universo non è naturale. La natura opera in cerchi e spirali, non in linea retta. La superiorità del genere umano secondo cui noi dominiamo la terra e la possiamo soggiogare è pura follia. Madre Natura va in battuta per ultima. E stiamo giocando sul suo terreno.
E la sua partita si basa sull’esaurimento delle risorse – non solo il petrolio ma anche altre risorse come l’acqua potabile – causato da una specie che crede che la crescita infinita su un pianeta finitosia possibile e desiderabile. L’interesse è il modo con cui questa specie mette in pratica questa convinzione.
Ecologia ed economia sono due termini che hanno la stessa origine. Dobbiamo tenerlo presente ogni volta che sentiamo i politici dire che non possiamo intraprendere determinate misure per proteggere l’ambiente perché danneggerebbero l’economia. Senza l’ambiente, non esiste alcuna economia. Per questa ragione dobiamo rinunciare alla convinzione della possibilità e del desiderio della crescita infinita. Dobbiamo anche rinunciare a chiedere un risarcimento ogni volta che viene utilizzato qualcosa di valore che è in nostro possesso tra cui, e soprattutto, il tempo (opponetevi alle battaglie del copyright sull’utilizzo di un prodotto digitale su diversi dispositivi con il modo con cui condividete liberamente il vostro tempo e le vostre risorse con la vostra cerchia di amici). Una volta che avremo rinunciato a questi vecchi modi di pensare, sarà ovvio eliminare l’interesse, che è basato su quei vecchi modi.
E cosa accadrà alle persone che hanno campato con il prestito ad interesse? Dico loro quello che s’è sentita dire ogni volta la classe operaia di fronte all’outsourcing: RIQUALIFICATEVI.
Naturalmente l’eliminazione dell’interesse è solamente un passo verso quello che dovrebbe essere l’obiettivo finale: l’eliminazione del denaro. Anche questo può essere raggiunto con un formidabile cambiamento di pensiero che porti ad una nuova opinione generale che non appoggi più i sistemi monetari. Ma per ora, una cosa alla volta.
Kellia Ramares, 53 anni, è una giornalista freelance di Oakland (California) che è stanca di vedere come la mancanza di denaro intralci le cose ben fatte. Può essere raggiunta all’indirizzo email kelliasworld@yahoo.com e può essere inoltre seguita su twitter twitter.com/kelliasworld e aggiunta come amica su facebook.com/kelliasworld. Il suo sito web, Kellia’s World, è http://kellia.ning.com/
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