Successe semplicemente che il trio Prodi, Amato, Ciampi gestivano cosi' male le finanze pubbliche da portare il deficit a livelli mai visti (nemmeno oggi) e a rischiare davvero il default. I nostri eroi decisero allora che per salvare il paese bisognasse entrare nell'eurozona.
Si trattava di palle, raccontate da pallisti che avevano portato al disastro le finanze pubbliche, e che oggi avendo le gambe corte si mostrano per cio' erano: palle.
Non e' mai esistita alcuna letteratura scientifica che dimostrasse come legarsi ad un valuta forte proteggesse dal default i bilanci dello stato. Il caso argentino, peraltro, sembrava suggerire il contrario, nel senso che la dollarizzazione dell'economia rese piu' duri gli effetti del crack.
Questa obiezione veniva ogni volta annullata dal solito osceno coretto mainstream "l'europa ci salva, l'europa ci rende stabili, l'europa ci allunga l'uccello".
No, non funziona cosi'. L'europa e' solo il tentativo dei tedeschi e dei francesi di crearsi un mercato protetto, usando gli strumenti delle quote e dei divieti per uccidere le economie di tutti gli altri paesi. Cosa che e' stata fatta con l'Italia, se pensiamo all'acciaio, agli zuccheri, al latte, a tutto quanto.
Ma, si diceva, questi piccoli svantaggi si sarebbero recuperati in termini di mai visti vantaggi dell'unificazione , ovvero in stabilita' e sicurezza valutaria.
PALLE.
E come tutte le bugie, in poco tempo sono venute a galla. Il default greco di per se' non coinvolge cifre enormi. Se pensate che il comune di Roma ha circa 9 miliardi di euro di debiti, che quello di milano ne ha circa altrettanti, capite che i 30 miliardi (forse 40) del debito greco non siano poi un dramma cosi' grande come lo si vuol far credere.
Specialmente se lo paragoniamo al debito pubblico italiano: se la famosa potenza stabilizzatrice europea non riesce a tenere a bada un debituccio da amministrazione metropolitana, figuriamoci quanto ha reso stabile il debito italiano, che e' "un bel pochino" piu' grande.
Niente. Se non siamo andati in default lo dobbiamo al fatto che i governi che hanno seguito Prodi, Amato e Ciampi erano di qualita' superiore. Di certo non e' stata una zona euro incapace di stabilizzare
Il PIL della zona euro e' di circa 18 trilioni di dollari. Il piano greco e' di 30-40 miliardi. Meno del deficit di alcune amministrazioni locali americane. Eppure,
Cosi', ecco finire nel nulla la prima tra le balle UE: che entrando nella UE si sarebbe goduto di un "ombrello", di una "garanzia" capace di dare fiducia. Non e' cosi'.
Ma andiamo oltre, perche' adesso i greci si troveranno a subire il DANNO dovuto all'entrata nell'euro. Che cosa intendo? Intendo dire che se
Dopodiche', svalutando la moneta, potevano praticare una politica iperinflattiva che desse respiro alle imprese locali, e che svilisse i debiti fino a farli diventare di entita' ridicola.
Ma non si puo', perche' accettando l'euro si e' commesso lo STESSO errore dell' Argentina. Legarsi ad una moneta forte, cioe', non conviene proprio ai paesi con un forte debito: lo ha mostrato l' Argentina con la dollarizzazione. Quando il governo si e' trovato a dover svalutare la moneta, ha dovuto creare una nuova valuta. Niente di strano, sin qui: numerosi paesi lo hanno fatto, Francia compresa.
Ma essendo la vecchia valuta legata al dollaro, e' successo che la gente si sia precipitata nelle banche a ritirare banconote da tenere sotto il letto. Risultato: il caos. Banche chiuse, eccetera.
Succederebbe esattamente lo stesso alla Grecia , se tentasse di uscire dall'euro. Immediatamente le persone si precipiterebbero in banca per ritirare tutti i contanti che possono, da tenere sotto il letto. Poiche' le banche non hanno tutti quei contanti, inevitabilmente chiuderebbero gli sportelli. E sarebbe la paralisi.
Questo e' dovuto proprio all'adesione all'euro: lo spettro dell' Argentina aleggia sui paesi dell'euro non perche' siano in difficolta', ma perche' e proprio perche' e SOLO perche' sono entrati nell' Euro. Come l'argentina, hanno commesso l'errore di legarsi ad una valuta piu' forte. Come l'argentina, si trovano oggi nelle condizioni di dover chiudere le banche in caso di svalutazione.
Morale della storia: entrare nell' Euro non e' una scelta, saggia, non lo era allora, e le bugie di Prodi, Amato e Ciampi mostrano le gambe corte adesso. Vorrei sentirli, adesso, i cazzari che ci raccontavano che l' Euro potesse stabilizzare la fiducia nell' Italia, quando non riesce a fare qualcosa per
Non c'e' quindi modo di uscire dall'euro? Si', per i paesi piccoli c'e'. Consiste nell'introdurre la doppia circolazione della moneta , ma fare in modo che le banche emettano, in liquidita', solo la nuova moneta, diciamo la nuova dracma per la grecia (o la nuova lira per l'italia). Contemporaneamente, mano a mano che si ritira il debito in euro si emette debito in nuova dracme.
Ad un certo punto, quando la massa in euro (tra debito e denaro circolante) e' diventata molto bassa, si potra' svincolare l'economia. Non vedo molte altre vie di uscita, ed e' quella che seguirei se volessi far uscire l' Italia dall'Euro, cosa che sarebbe molto saggio iniziare a fare: i vantaggi dell' Euro come vedete sono nulli. I costi sono tutt'altro che nulli.
Ma quello che conta di piu' e' che per prima cosa dovremo iniziare con una "cura culturale", cioe' colo mettere le persone di fronte alla pura verita': l'unione europea non ha salvato l'italia dal default, perche' alla prova dei fatti non sarebbe capace di salvare realta' debitorie molto , molto, molto piu' piccole.
La bugia di Amato, Ciampi, Prodi, e' stata adesso smascherata.
Ed e' sotto gli occhi di tutti: nessun paese e' al sicuro dal default perche' sta nell' Euro. E nessun paese soffrirebbe meno un default per via dell'Euro, anzi: le conseguenze si sono amplificate, come nel caso argentino, proprio perche' ci siamo legati ad un'altra valuta.
Questo deve far capire all'italia ed agli italiani una cosa semplicissima: uscire dall'Euro si puo' e si deve.
L'euro non solo non ci stabilizza, non solo non ci aiuta, non solo costa, non solo uccide le nostre esportazioni, ma in caso di problemi trasformerebbe un problema gestibile con metodi tradizionali (svalutazione, iperinflazione) in un disastro argentino.
Prima ce ne andiamo, quindi, meglio e'.
Uriel
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