Il numero del cinque aprile di Rolling Stone presenta “The Last Confession of E. Howard Hunt” di Erik Hedegaard, la confessione sul letto di morte di E. Howard Hunt, agente operativo della C.I.A. e personaggio chiave dell'amministrazione Nixon, dello Watergate e della Baia dei Porci [la fallita invasione di Cuba da parte di esuli cubani organizzati dalla CIA n.d.t.]. Questo articolo è significativo non solo per la sua esplorazione di Hunt, ma per le dirompenti informazioni che sembrano confermare appieno il lavoro dei maggiori storici e ricercatori sull'omicidio di John F. Kennedy.
Chi ha ucciso JFK?
Secondo la confessione di Hunt, che è stata raccolta da suo figlio, St. John (“Santo”) Hunt, nel corso di numerosi e accuratamente pianificati incontri personali tra padre e figlio, i seguenti individui erano tra i personaggi chiave che parteciparono all'omicidio:
Lyndon B. Johnson: LBJ, la cui stessa carriera fu assistita dalla nemesi di JFK, J. Edgar Hoover (FBI), diede ordini a un gruppo di fuoco guidato dalla C.I.A., e aiutò l'insabbiamento operato dalla commissione Warren con la storia del killer solitario.
Cord Meyer: agente della C.I.A., architetto dell’apparato di disinformazione della operazione “Mockingbird” [operazione CIA volta a infiltrare, manipolare e usare i mezzi di informazione, vedi questo link n.d.t.], e marito di Mary Meyer (che aveva una relazione con JFK).
David Atlee Philips: veterano della C.I.A. e della Baia dei Porci. Reclutò William Harvey (CIA) e l'esule cubano militante Antonio Veciana.
William Harvey: veterano della C.I.A. e della Baia dei Porci. Collegato ai personaggi della mafia Santos Trafficante e Sam Giancana.
Antonio Veciana: esiliato cubano, fondatore del gruppo appoggiato dalla C.I.A. “Alpha 66”.
Frank Sturgis: agente operativo della C.I.A., mercenario, veterano della Baia dei Porci e in seguito protagonista dello scandalo Watergate.
David Morales: killer della C.I.A., veterano della Baia dei Porci. Morales è stato anche coinvolto nell'omicidio di Robert F. Kennedy.
Lucien Sarti: assassino corso e trafficante di droga, probabilmente il “cecchino francese”, il secondo a sparare dalla Grassy Knoll (collinetta erbosa) [la collinetta posta di fronte al luogo dell'omicidio da cui, secondo perizie balistiche, è provenuto il colpo mortale. Il capro espiatorio Oswald si trovava invece dietro Kennedy ].
Hunt potrebbe continuare a dire bugie sul suo letto di morte? Forse. Sarebbe capace di raccontare una o due storielle finali per proteggere se stesso, o forse dare uno schiaffo finale sul viso del governo Usa (che lo rese il capro espiatorio dello scandalo Watergate)? Sì. Sarebbe capace di nascondere il coinvolgimento di alcuni individui a cui è rimasto leale, tra cui persone che sono ancora in vita? Certamente. Qualunque cosa proveniente da un agente operativo come Hunt può essere solo presa con cautela e un sano scetticismo.
Non di meno, lo scenario descritto da Hunt suona come vero.
Tutti i nomi che ha fatto sono ben noti protagonisti della C.I.A., o legati alla C.I.A., indicati da molti ricercatori e storici che hanno descritto in dettaglio la duratura connessione tra l'episodio della Baia dei Porci, l'omicidio di Dallas, lo Watergate e l’ Iran-Contra [scandalo che coinvolse membri della amministrazioni Reagan e Bush I: riguardava vendite illegali di armi, spaccio di droga e finanziamenti illegali ai terroristi contras nicaraguensi n.d.t.].
La confessione di Hunt vendica generazioni di storici, ricercatori e informatori che hanno dato le loro vite e le loro carriere per esporre la verità su quanto avvenuto nella Dealey Plaza. Ce ne sono troppi che andrebbero nominati, e, tra di essi, in nessun ordine particolare: Jim Garrison, Mark Lane, Fletcher Prouty, Josiah Thompson, Carl Oglesby, Peter Dale Scott, Anthony Summers, Robert Groden, Victor Marchetti, David Lifton, Harrison Livingstone, Michael Canfield, A.J. Weberman, Sylvia Meagher, William Turner, Jim Marrs, Pete Brewton, John Newman, Philip Melanson, Hal Verb, Mae Brussell, Harold Weisberg, Oliver Stone, Mike Ruppert e Dan Hopsicker, Jim diEugenio e Linda Pease.
Nel frattempo gli inganni criminali del governo Usa e dei suoi media aziendali, la commissione Warren, il lavoro sporco di specialisti dell'insabbiamento quali Gerald Posner e Mark Fuhrman, e le legioni di teorici revisionisti dell'omicidio di JFK, meritano un rimprovero finale e il disprezzo eterno.
Il ruolo di Hunt
Sebbene l'articolo di Rolling Stone non se ne occupi, la confessione di Hunt corrobora in maniera diretta le due indagini classiche che hanno in precedenza esposto il ruolo di Hunt. Queste sono Plausible Denial di Mark Lane e Coup D’Etat in America di Michael Canfield e A.J. Weberman. Il libro di Lane descrive in dettaglio come egli portò in giudizio Hunt vincendo una causa per diffamazione essenzialmente provando che la C.I.A. aveva ucciso JFK e che Hunt mentì su dove si trovava in quel momento [Lane disse che Hunt era sul luogo del delitto, quando Hunt lo denunciò, Lane vinse la causa dimostrando che essenzialmente quanto aveva detto era vero n.d.t.]. L'indagine di Canfield e Weberman identifica Hunt e Frank Sturgis come due dei tre “vagabondi” che erano stati arrestati sulla Dealey Plaza.
Il tempo ha solo reso queste indagini più importanti. Più che mai oggi, i loro libri, e quelli dei ricercatori e storici del caso Kennedy elencati sopra meritano di essere trovati, letti e studiati.
L'articolo di Rolling Stone però non indaga sui ruoli di Richard Nixon e George Herbert Walker Bush. Ma la confessione di Hunt, se è autentica, porta direttamente a loro, ai loro complici di una vita, e direttamente all'attuale amministrazione di George W. Bush.
Il legame Dallas-Watergate-Iran-Contra è stato pienamente documentato dai maggiori ricercatori sul caso JFK e in particolare dal lavoro di Peter Dale Scott, uno dei primi a mostrare la profonda continuità politica attraverso tre decenni. Il libro di Daniel Hopsicker, Barry and the Boys si addentra anche in maggiori dettagli sui protagonisti.
Considerate la carriera di George H.W. Bush. Egli era un petroliere del Texas (Zapata Oil) e un agente operativo della C.I.A., coinvolto nella Baia dei Porci. Il nome di Bush fu trovato nelle carte di George DeMohrenschildt, uno degli agenti C.I.A. che gestivano Lee Harvey Oswald. Come documentato da Pete Brewton, autore di The Mafia, the CIA and George Bush [la mafia, la C.I.A. e George Bush n.d.t.], Bush era strettamente connesso con una piccola cerchia di membri dell'elite texana legati alla C.I.A. e alla mafia, così come all'ambiente della Florida che univa la C.I.A., gli esiliati cubani anti -castro e la mafia. Come presidente del Comitato Nazionale Repubblicano, scelto da Richard Nixon, e più tardi direttore della C.I.A., Bush insabbiò costantemente e fece muro per conto del suo capo sul caso Watergate, che era esso stesso (per ammissione di Frank Sturgis e altri) legato all'insabbiamento dell'omicidio di JFK.
Seguendo le tracce di ciascuno degli agenti CIA coinvolti nell'episodio della Baia dei Porci è impossibile ignorare o negare dirette connessioni a George H.W. Bush e alla sua famiglia criminale, attraverso l'omicidio Kennedy, le operazioni segrete in Indocina, e, più tardi, in America Latina.
Al di là di ogni ragionevole dubbio il governo Usa uccise John F. Kennedy. Vi sono persone ancora vive oggi che erano direttamente coinvolte o indirettamente implicate. Alcune probabilmente occupano addirittura posizioni di grande potere. Altri non sono ancora mai stati identificati o sfiorati.
Tutti questi individui devono ancora essere indicati, perseguiti e portati davanti alla giustizia.
LARRY CHIN
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