20.8.06
Israele: un esercito invincibile ?
L'esercito israeliano in una popolazione di circa 7 milioni di abitanti non può essere numeroso ma ben attrezzato si.
Un popolo abituato a lottare con la tenacia e l'intelligenza si trova a mal partito quando viene richiesto coraggio e dedizione.
Un popolo istruito, colto, poliglotta riesce a capire tutta la tecnologia per attaccare e difendersi sfruttandola al meglio ma, quando è richiesta l'assalto alla baionetta vanno in crisi. Per la sua particolarità del suo Stato ha privilegiato tecnologia con aerei e navi da guerra ad alto impatto. Sicuri che i paesi circostanti non possano competere con tale armamento. Ma, bastano i caccia, i droni, gli Apache a vincere le guerre? Certo che no, se non arriva la fanteria a ripulire il terreno dagli ultimi combattenti o cecchini diventa problematico mantenere posizioni sul terreno.
L'esercito israeliano ha prodotto il Merkava, 63 tonnellate, velocissimo, capace di tiro mirato in corsa e di tutti i più moderni gadget elettronici americani, è dotato, oltre la corazzatura convenzionale, di «corazza attiva».
Piccole cariche di esplosivo sulla superficie che scoppiano quando colpite da un RPG, allontanandone la carica cava e rendendolo inefficace.
Ma, l’RPG-29 Vampir russo, azionato a spalla, dispone di una testata «tandem», ossia doppia: la prima carica fa scoppiare l’armatura «attiva», la seconda raggiunge la blindatura d’acciaio, fondendola.
Il carro armato Merkava è sempre stato ritenuto invincibile in Israele; gli israeliani sono fieri della sua concezione e della sua modernissima armatura attiva. Hanno sempre detto che è il miglior carro armato del mondo. E Israele l’ha usato con molta abilità tattica a Gaza e Transgiordania: i Merkava entravano nei villaggi (palestinesi) solo quando erano appoggiati da elicotteri, e avevano diretto e stabile collegamento con loro.
Sono stati scoperti bunker Hzebollah interrati a 40 metri nel sottosuolo e con aria condizionata.
Ma, soprattutto, forniti di apparati d’ascolto e d’osservazione su quel che avviene in superficie, e computerizzati.
Sono bunker abbastanza profondi da consentire ai guerriglieri di sopravvivere ai più intensi bombardamenti israeliani, e poi di attaccare le forze sioniste in avanzata in combattimenti ravvicinati.
Spesso i bunker, dice il Guardian, sono così ben camuffati che i combattenti possono permettersi di attendere che i soldati israeliani li superino, per poi balzar fuori e colpirli da dietro, dove i Merkava non sono tanto invincibili.
E' così che Tsahal ha «liberato» il villaggio di Bint Jbail per poi trovarsi a mal partito sotto il fuoco nemico.
Anche perché gli Hezbollah, oltrechè ben organizzati in gruppi di fuoco di 6-7 uomini, «non esitano ad attaccare le nostre forze. Non sono suicidi, però non hanno paura di morire, il che rende la deterrenza molto difficile».
Sì, perché anche se armati con i giusti anti-carro, affrontare i tank è un’operazione ravvicinata, che richiede estrema determinazione, coraggio e spirito di sacrificio, come potevano raccontare gli uomini della Folgore ad El Alamein.
E, alla fine, nella battaglia conta l'elemento morale, la propria legittimità alla difesa della propria terra.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
sono d'accordo sul fatto che il morale dell'esercito conti, ma ci sono altri fattori da tener presente e che non è stata fatta menzione.
la guerra non si combatte solo con le ideologie, molto importanti, ma anche con l'economia, e tener presente il fattore x, ovvero il fattore umano. ricordiamo che Israele è in guerra da 60 anni, da quando è nato, e di guerra ne sa più dell'america o di altro paese. sa come trattare gli arabi e per questo li combatte, come prima o poi toccherà anche a noi. smettiamola con questi falsi buonismi che sono solo aridi e non portano a nulla!
cmq complimenti sempre per aver riportato come funziona la corazza del Merhava e del nuovo rpg-29 russo. Spero di non venir censurato per aver staccato una lancia a favore di Israele.
DAYAN
nessuno viene censurato DAYAN
è che il sistema fa da filtro.
Poi, la guerra...
Penso che la tattica di Israele non porterà mai a frutti duraturi, anche se, devo riconoscere, Israele è in guerra da sempre. Ma, è questa l'unica arma per rivendicare la convivenza pacifica?
Le mie sono solo riflessioni che nulla togliono alle parti in causa.
Ma, i metodi si, quelli che vuole imporre o, almeno quello che leggo,
non sono di un popolo sereno e tranquillo.
Ad maiora
Posta un commento