6.9.07

Collasso dell'economia globale: cosa sanno?


«Collasso dell’ordine globale» è per noi un’immagine paurosa ma vaga, che evoca prospettive tante volte ripetute ma difficilmente immaginabili: fine del petrolio, riscaldamento globale con siccità e dunque penurie e desertificazione, guerre per l’acqua, rottura del «mercato libero» e delle sue basi finanziare basate sul credito...
Sì, è facile elencare.
Ma provate a immaginare per un momento voi - ciascuno di voi - e la vostra famiglia, i vostri figli, nel «collasso dell’ordine globale».
Senza benzina e con energia scarsa, insufficiente e carissima.
Senza riscaldamento.
Con difficoltà alimentari, tesseramento e razionamento.
Senza lavoro e senza trasporti, e senza telefonini nè TV.
Tutto ciò che le masse danno per garantito e permanente - i consumi enormi, gli sprechi, la tecnologia dell’Occidente - può mancare entro dieci anni.
Noi riceviamo quasi tutto ciò che consumiamo da distanze immense, da trasporti facili ed economici: ci arrivano in container dalla Cina, dallìAsia, in tubature dalla Russia, dallìAlgeria. Non fabbrirhiamo noi la maggior parte delle merci che consumiamo, e non sappiamo più fabbricarle.
L’ordine globale è un sistema di interdipendenza: dipendiamo da altri, da stranieri, da estranei per tutto ciò che costituisce la nostra vita.
Se il sistema si rompe, si apre un’era nuova e antica.
L’era dell’autarchia, dove è meglio fabbricare le proprie merci e coltivare il proprio grano. Sappiamo farlo?
L’era dell’autarchia è l’epoca in cui i desideri superflui non si esaudiscono, anzi in cui nemmeno i bisogni reali e impellenti hanno piena soddisfazione.
Il collasso dell’ordine globale implica il ritorno a guerre di un certo tipo: armarsi per arraffare il petrolio o l’acqua ad altri.
L’Occidente in declino demografico non pare ben piazzato per questo: non ha abbastanza giovani da sacrificare per le nuove guerre di rapina, e i nostri giovani hanno mani lisce e bianche, sono signorini viziati.
Anche noi lo siamo.
Soprattutto, abbiamo perso le risorse interiori necessarie nelle età della penuria: la frugalità, il mutuo aiuto, lo spirito di sacrificio, la capacità di sopportare fame e freddo, la pazienza, la disciplina.
Nulla ci ha educato a quello, anzi abbiamo avuto l’educazione contraria: all’abbondanza senza impegno, alla festa perpetua del consumo e dello shopping, all’arroganza del «prima io».
Nell’era difficile del collasso globale, da noi, non è difficile prevedere quello che accadrà: il disordine, la sopraffazione, la guerra di tutti contro tutti per il tozzo di pane o per il privilegio. Quella che già ci scorre nelle vene, e che viene tenuta a bada dalla relativa abbondanza di cui tutti viviamo.
Per frenare il disordine anarchico si renderà necessaria la coercizione, l’autorità e la paura.
Chi ci comanderà, allora?
Quelli che ci comanderanno saranno degni del comando, o saranno come i nostri governanti di oggi, i primi ad arraffare la fetta migliore della torta, derubando la gente, e lasciando che noi - la maggior parte della società - si tiri fuori dagli stracci da sè, magari scannandosi?
Potete pensare che sto esagerando, come al solito.
Sì, quei signori sanno qualcosa.
Qualcosa che non ci dicono.E questo spiega, forse, parecchie delle cose incomprensibili che stanno facendo in questi anni.
Bush che coinvolge l’America in guerre disastrose, di durata indefinita, aprendo una voragine di debito nelle finanze dello Stato, come se sapesse che quel debito non lo pagherà mai; e intanto fa costruire campi di concentramento, per ora vuoti, e passa leggi di riduzione delle libertà personali, e prepara un «governo d’emergenza» pronto ad assicurare la «continuity of government» da bunker sotterranei.
O i finanzieri che impazzano in speculazioni sempre più dementi e arrischiate, come se mai dovessero renderne conto.
Guardate i potenti d’ogni parte, i politici e i miliardari d’ogni risma: tutti vivono e impazzano nel presente, ora per ora.
Sicuri dell’impunità, o come le orchestrine del Titanic, ci tengono buoni e dormienti con il calcio e la fiction.
Vivono come se non ci fosse un domani.
Cosa sanno, che noi non sappiamo?
fonte M. Blondet

2 commenti:

Anonymous ha detto...

...E se sapessero questo?
http://www.youtube.com/watch?v=O96ZMPXuv1A

Della serie: "non può essere vero... ma un po' ci credo" (il filmato va visto attentamente fino alla fine, con il dovuto scetticismo).
In sintesi si parla di una possibile fine del mondo entro il 2012, a causa della collisione con un pianeta che incrocerà l'orbita terrestre (il famoso Pianeta X o Nibiru): ciò comporterà l'inversione dei poli della Terra, la quale per alcuni giorni smetterà di ruotare, dopodiché si verificheranno eventi simili a quelli che originarono il celebre "diluvio universale" o l'affondamento di Atlantide ... e che nessuno racconterà. Il calendario dei Maya (che aveva previsto con esattezza matematica l'Eclissi totale del 1998) ha previsto questo evento entro il 2012. Forse è un'assurdità, ma se fosse vero? Forse davvero si spiegherebbero molte cose...

Leon ha detto...

Non l'ho scritto ma mi riferivo a una cosa del genere. Avevo già affrontato l'argomento tempo fa
http://fantpolitik.blogspot.com/2
006/08/il-buco-nero-della-storia.html