29.12.09

Nucleare: il Governo italiano continua a sostenere l'interesse di pochi poteri forti.


Dopo il non-accordo di Copenaghen, anche a casa nostra la politica degli interessi a vantaggio di pochi continua ad andare dritta per la sua strada. Si è discusso, infatti, il decreto con i criteri per l'individuazione dei siti dove saranno costruite le centrali nucleari in Italia, nell’ambito del Consiglio dei Ministri convocato per le 15 di ieri.

Due, in particolare, gli schemi di decreti legislativi presentati dal Ministero dello Sviluppo Economico che sono stati presi in esame. Uno, compreso nella “Legge Sviluppo”, in merito alla “localizzazione ed esercizio di impianti di produzione di energia elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonché misure compensative e campagne informative”. L’altro, riguardante “il riassetto della normativa su ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche”.

Da quanto si apprende, il testo del decreto non contiene una lista specifica dei siti, ma i criteri per l'individuazione delle aree su cui sarà possibile costruire gli impianti nucleari. Avvicinandosi le elezioni amministrative di marzo, è comprensibile che non si indichino luoghi precisi.

Al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che rassicura come “Sono stati rispettati gli impegni con i nostri elettori e con il Parlamento e i tempi ci sono affinchè venga rispettato il termine previsto, anche attraverso il percorso della Conferenza Stato-Regioni e il percorso delle commissioni parlamentari», Fare Verde ricorda che il nucleare, oltre ad essere costoso ed obsoleto e a richiedere un tempo comunque troppo lungo rispetto all’emergenza ambientale e alla crisi economica, non ci costringe a migliorare l'efficienza con cui utilizziamo l’energia elettrica. È il modo più vecchio ed inefficace per affrontare problemi nuovi: gli stessi sostenitori delle centrali atomiche ammettono, infatti, che si tratterebbe di una tecnologia “di transizione”, sebbene l’impatto ambientale ed economico sia tutt’altro che proporzionato ai tempi di passaggio a cui sarebbe finalizzato.

Una risposta concreta alle proposte visionarie con cui il Governo italiano continua a sostenere il nucleare, l’ha data la Electrolux di Scandicci. Passata recentemente da produttore di elettrodomestici a costruttore di pannelli solari, l’azienda ha riassunto 370 dipendenti con lo stesso livello salariale e con la garanzia del posto di lavoro per 3 anni: una conferma reale che le risposte alla crisi ambientale, economica ed energetica si possono trovare solo nell’uso razionale dell’energia e con una produzione distribuita su piccola scala mediante l’uso di fonti rinnovabili. Costruire una centrale nucleare oggi per affrontare mutamenti climatici ed esaurimento delle fonti fossili di energia in non meno di dieci anni, significa solo buttare una quantità enorme di denaro e devastare per sempre pezzi preziosi della nostra terra sui quali dovranno essere costruite opere faraoniche ed irreversibili.

Che la caparbietà con cui il Governo italiano continua a sostenere la bufala del nucleare sia spiegabile solo con interessi economici a vantaggio di pochi e non esattamente con l’interesse generale del Paese?

di Giancarlo Terzano

Nessun commento: