23.4.08
La cura dell'Anima: Tra Denaro e Apparenze
Non si sente più parlare di anima. Questo termine, così diffuso e pregnante in altre epoche della storia occidentale non è sulla bocca, almeno nei loro discorsi in pubblico, del Papa, dei cardinali, dei vescovi e neppure dei preti. Ora, io non credo all'anima, ma il Papa, i cardinali, i vescovi, i preti ci dovrebbero credere visto che tutta la cosmogonia cristiana si basa sulla fede nella sua esistenza e che la funzione, diciamo così, istituzionale della Chiesa e dei suoi sacerdoti è proprio "la cura delle anime". Ma non ne parlano mai. Non ne parlano più.
Non si parla nemmeno, sul cotè laico, di spirito, l'antico "pneuma" del pensiero greco, ma questo non è più comprensibile dato l'uso sciagurato che ne hanno fatto Hegel, in Italia Gentile (e per la verità anche Croce) per cui ha finito per assumere un significato vagamente fascista.
Si parla, in compenso, molto del corpo e del suo benessere. Di "beauty farm", di palestre, di materassi , di plantari e anche di prodotti che aiutano la donna, e immagino anche l'uomo, a riacquistare la sua "normale regolarità" (che l'anima , per una bizzarra combinazione alchemica, abbia cambiato la sua sostanza?). Si parla moltissimo di cibo e di cibi il cui destino peraltro è inevitabile e non particolarmente glorioso. Si parla molto di chirurgia estetica che deve fare apparire il nostro corpo sempre giovane, bello e levigato e d'una medicina che deve rendere la nostra vita sempre più longeva e, prima o poi, immortale.
Ma si parla soprattutto di denaro, del Dio Quattrino che è l'unico nume unanimemente adorato, riconosciuto e condiviso, in Occidente, e quindi di economia, di finanza, di derivati, di banche, di carte di credito, di bancomat, di Cin, di Pin, di Iban. In questo nuovo Regno l'uomo ha ancora una parte, ma come sottoprodotto. Non è più propriamente un uomo, ma un "consumatore". È un tramite. È il tubo digerente, il lavandino, il water attraverso cui deve passare il più velocemente possibile ciò che altrettanto rapidamente produce. "Bisogna stimolare i consumi per aumentare la produzione". È il "terminale uomo" del meccanismo. È un target. Un obiettivo. Non è più soggetto, ma un oggetto. Si inventano strategie di marketing sempre più sofisticate, nascono scuole per "personalizzare" i venditori, ma se c'è qualcuno che tituba a ridurre la propria esistenza a quella di rapido defecatore e di Pinocchio nel Paese dei Balocchi si ricorre a metodi più spicci e si reclutano e si schiavizzano schiere di giovani Lucignoli perchè faccia, perbenino e senza protestare, il suo dovere.
Come l'uomo sono ridotti i Paesi e le Nazioni. Un Paese è considerato solo se è un appetibile mercato o è tanto più ganzo quanto più è capace di acquisire nuove "quote di mercato". Un tempo esisteva l'idea di Nazione, di una comunità con valori condivisi. Adesso la Nazione è stata sostituita dalla Produzione.
In occidente si torna a parlare, è vero, e molto di Dio. Ma non mi pare del tutto a sproposito. Se ne fa un uso parecchio utilitaristico. Il Presidente degli Stati Uniti conclude ogni suo discorso con la frase "Dio protegga l'America". E perché non l'Afghanistan? O l'Iraq? L'Iran? O ancor meglio, gli indigeni delle isole Andemane che non hanno mai rotto le scatole a nessuno? Oppure si impetrano da lui e o dalle sue Maestranze favori particolari. Ma perchè mai Dio dovrebbe concederli a questi piuttosto che a quelli? E, curioso che l'epoca del massimo e trionfante scientismo sia anche quella della massima superstizione (Fatima, Lourdes, la Madonna di Czestokowa, quella di Medjugorje, San Gennaro, Padre Pio, eccetera). Ma poi se non esiste più l'anima che senso mai può avere conservare Dio?
L'immateriale è scomparso dal mondo contemporaneo. È stato sostituito dal virtuale che solo apparentemente gli si apparenta. Perché è una parodia masturbatoria del reale. E non ha nulla a che vedere con l'Immateriale. Con lo Spirito. Con l'Anima.
Massimo FIni
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