1.4.08
Mandiamo più asini possibili nel prossimo Parlamento''
Qualunque sia il vincitore delle prossime elezioni, il ministro della giustizia sarà un neofita. Questo il messaggio dei due leader ribadita da M. Travaglio anche in questa intervista. Siamo contentissimi, e auspichiamo che gli agnelli diventino i nuovi lupi.
Due scenari possibili. Vince Berlusconi. E’ un replay della sua ultima legislatura? Altro scenario: vince Veltroni. Cosa cambia? Nella giustizia, nell’informazione. Sul conflitto di interessi, sulle leggi ad personam... Nulla di fatto come in passato? E un po’ di fantapolitica. Si propone il nome di Marco Travaglio a ministro della Giustizia: cosa faresti nei tuoi primi 100 giorni? “Premesso che non lo farebbero e io non lo accetterei mai… Comunque, stando al gioco… la prima cosa da fare è un testo unico di due righe che dica: con decorrenza da oggi sono abrogate: la Legge sul falso in bilancio, la Legge Mastella sull’ordinamento giudiziario, la Cirami, la Gasparri, la Legge Frattini sul conflitto di interessi…” In una lunga intervista Travaglio ci introduce al suo ultimo libro, scritto con Peter Gomez. Un godibile un vademecum per le imminenti elezioni.
“Se li conosci li eviti”. Nuovo libro (ediz. Chiarelettere) e nuovo tema. Alla vigilia delle elezioni chiami in causa i parlamentari (non tutti ricandidati) che si sono distinti nel bene e nel male per la loro attività legislativa e il loro curriculum penale. Più che un libro è un vademecum per gli elettori?
Per gli elettori, se lo leggono prima, per la prossima legislatura se lo leggono dopo. Perché con questa legge porcata, con cui andiamo a votare, abbiamo “la fortuna” di conoscere in anticipo i parlamentari che verranno eletti. Che bella sferzata di entusiasmo nel recarsi alle urne...! Ti fa sentire molto utile…
Quindi suggerisci di leggerlo prima del voto per meglio orientarsi…
Se uno gli dà un’occhiata prima e confronta le liste con certi nomi che abbiamo messo nel libro magari potrà scappare da certe liste. Se uno non vuole votare a scatola chiusa… Visto che non possiamo punire alcuni personaggi che sono stati messi in lista almeno puniamo le liste…
Cosa distingue “Buoni” e “Cattivi” al di là delle vicende giudiziarie?
In realtà abbiamo cercato di essere molto buoni e di trovare venti parlamentari che avessero ben meritato. Abbiamo fatto più fatica a trovarne di buoni nel centro destra ma qualcuno c’è. Li abbiamo indicati (ovviamente tra i nostri “buoni” non ci sono i pregiudicati e nemmeno gli imputati). Abbiamo cercato di vedere chi si era battuto per alcuni temi che per noi sono particolarmente cari. Gente giovane e pulita come Giorgia Meloni di Alleanza Nazionale, gente meno giovane ma che ha fatto le battaglie sulla libertà di informazione come Giuseppe Giulietti e Tana e Zulueta, sulla legalità come Nando Dalla Chiesa, come Orazio Licandro, Elias Vacca, o Antonio Palomba, gente che si è battuta contro il privilegio dei parlamentari come Silvana Mura, gente che si è battuta contro i condannati a Parlamento; lo stesso Carlo Vizzini di Forza Italia ha fatto un battaglia contro la mafia e gli va riconosciuto.
E poi avete studiato alcune leggi che secondo voi sono state degli snodi fondamentali della legislatura.
E qui abbiamo analizzato i comportamenti dei deputati. Chi ha votato e come. Ad esempio sulla legge Mastella contro la stampa che pubblica gli atti giudiziari, e abbiamo indicato i famosi nove che non l’hanno votata; o sull’indulto… E poi siamo andati a fare le schede dei candidati. Data e luogo di nascita, titolo di studio, professione, segni particolari, soprannome. E poi la fedina penale e le assenze in Parlamento. Ed alcune frasi davvero memorabili…
Il sottotitolo del libro è “Raccomandati, riciclati, condannati, imputati, voltagabbana, fannulloni… nel nuovo Parlamento”. Sembrano i protagonisti di moderni gironi danteschi. Quali tra questi “titoli di merito” è più disdicevole, più umiliante per il nostro Paese?
Forse quella più umiliante è la categoria dei somari! Noi abbiamo mandato in Parlamento decine di persone che, letteralmente, non sanno quando è stata scoperta l’America, quando è stata unificata l’Italia. Che non sanno cos’è la Consob o chi è Nelson Mandela. Sono quelli che erano stati beccati da “le Iene”. E quindi grati a Sabrina Nobile per aver fatto quel lavoro abbiamo voluto pubblicare le risposte di quegli sciagurati. Se ci affidiamo a gente che non sa nemmeno le nozioni basilari della cultura generale poi non ci dobbiamo meravigliare di nulla…
Il rapporto tra giustizia e politica. E’ il sistema giudiziario a non funzionare correttamente o il problema è politico nel non applicare le sentenze? Pensiamo alla vicenda di Europa7…
La giustizia fa il suo corso, ma poi ci vorrebbe qualcuno che prende atto delle sentenze e dà loro esecuzione… Questo è il parlamento che per un anno e mezzo ha latitato prima di prendere atto che Previti non poteva più fare il senatore. E intanto per un anno e mezzo gli hanno dato lo stipendio.
Adesso abbiamo la sentenza di Europa7. Questa sentenza dice che dobbiamo dare le frequenze e i risarcimenti a Francesco Di Stefano ma intanto si continua a menare in can per l’aia. Si risponde vedremo… Aspettiamo il Consiglio di Stato, assegniamo di nuovo le frequenze, aspettiamo il digitale terrestre… Mentre la Corte di Giustizia europea ha detto che è proprio il concetto stesso di “fase transitoria” ad essere illegale e illegittima. Anche in questo caso chi ha fatto le battaglie pro legalità anche dal punto di vista delle frequenze televisive lo abbiamo voluto mettere in rilievo. E questo è l’unico antidoto al qualunquismo.
Due scenari a confronto. Il primo: cosa succede nei rapporti tra politica e giustizia, politica e informazione se vince il governo Berlusconi…
Se vince lui lo sappiamo già, perché lo abbiamo visto all’opera due volte. Per due volte ha occupato la Rai, e per due volte ha favorito Mediaset riempiendo la Rai di dirigenti, per giunta incapaci (ma molto servili)… Per due volte si è accanito contro chiunque osasse criticarlo (come se la libertà l’avessimo conquistata per applaudire e non per criticare…). Per due volte ha cercato di mandare via chi gli dava fastidio. La prima volta non c’è riuscito perché è durato sette mesi. La seconda sì perché è durato cinque anni. Penso quindi che quello berlusconiano, se vince, sarà un “quinquennio replay” rispetto al 2001-2006, ma un po’ “incattivito”. Forse non avrà, almeno al Senato, una maggioranza tale da renderlo sicuro. E quindi sarà molto più nervoso, molto più anziano e quindi darà vita ad un regime molto più incarognito di quello dell’altra volta.
Anche nei confronti delle trasmissioni televisive più “scomode”…
Certamente, sebbene ora i programmi da chiudere sono rimasti ben pochi. Mentre prima aveva un gran lavoro da fare adesso c’è veramente poco da censurare… Una volta che hai chiuso Anno Zero, la Gabanelli e Chi l’ha Visto credo che di danni non li potrebbe più ricevere da nessuna parte…
Scenario alternativo. Vince Veltroni. Stessa domanda. Cosa succede?
Se vince Veltroni lo scenario è più complicato, perché bisogna capire cosa sceglie l’uomo del “questo ma quello”. Quando lo vedremo all’opera riusciremo a capire se è un finto buono o se è un finto inciucista. Oppure se è un vero buono o un vero inciucista. C’è bisogno di molta determinazione per “deberlusconizzare” l’Italia.
La risoluzione del conflitto di interessi era uno dei cavalli di battaglia della precedente campagna elettorale. Tanto rumore per nulla…
Dicevano “faremo questo e quello” e poi su questo tema non hanno fatto effettivamente niente. Veltroni, che queste cose non le ha dette, mi auguro che una volta al governo le faccia. Visto che la precedente campagna elettorale era stata improntata alla promessa della risoluzione del conflitto di interessi e all’abolizione delle leggi vergogna (e poi non hanno abolito un bel niente) può anche darsi che una campagna elettorale senza alcun accenno al conflitto di interessi preluda ad un governo che, appena insediato, lo risolve subito. Questo nella migliore delle ipotesi.
Nella peggiore?
La peggiore è che si dia seguito a queste “menate” della fase costituente, dei tavoli per riscrivere le regole insieme, cioè per riportare Berlusconi nelle stanze del potere anche nel caso venga sconfitto alle urne. Abbiamo già dato… Abbiamo già visto le Bicamerale… Se lo facesse non sarebbe soltanto delinquenziale, sarebbe profondamente stupido.
Ecco perché io mi auguro che intorno a lui ci siano delle “sentinelle”, una bella pattuglia di rompicoglioni in Parlamento che si battono proprio sui temi della legalità. Gente alla Giulietti, alla Pancho Pardi, alla Zaccaria, gente che morde sui temi importanti. Perché senza quelli lì il cosiddetto riformismo verrebbe lasciato solo: nel caso in cui vinca Veltroni a fare politiche filoberlusconiane: e nel caso in cui vinca Berlusconi a non fare un’opposizione antiberlusconiana. In entrambi i casi è meglio mandare in Parlamento più rompiballe possibili…
Agganciamoci al secondo scenario (vittoria di Veltroni) e facciamo un po’ di “fantapolitica”. Vince il centro sinistra e propone il nome di Marco Travaglio al Ministero alla Giustizia. Tu accetti. Cosa fai nei tuoi primi cento giorni.
Mi raccomando… Facciamo finta... Primo perché non me lo proporrebbero e poi perché io non accetterei mai. Comunque, stando al gioco… la prima cosa da fare è un testo unico di due righe che dica: con decorrenza da oggi sono abrogate: la Legge sul falso in bilancio, la ex Cirielli, la Legge Mastella sull’ordinamento giudiziario, la Legge Cirami sullo spostamento dei processi, la Legge sulle rogatorie, la Legge Gasparri sulle televisioni, la Legge Frattini sul conflitto di interessi. Secondo punto: la legge del 1957 sui concessionari pubblici è più che mai in vigore
e si applica al titolare delle imprese e non all’amministratore. Cioè è ineleggibile Berlusconi e non Confalonieri. Terzo: abrogazione della prescrizione dei reati penali dopo il rinvio a giudizio.
I processi in Italia hanno dei tempi biblici. Travaglio ministro come la risolverebbe?
Abolirei un grado di appello, per cui si fa un grado di giudizio sul merito delle questioni e poi uno di legittimità, esattamente come negli altri Paesi. Se uno ricorre in Cassazione e il suo ricorso è infondato multa salatissima per scoraggiare chi vuole far perdere tempo e soldi alla giustizia e alla collettività. Altra cosa: piano Marshall finanziario per riempire i buchi negli organici dei tribunali e delle procure civili e penali; e poi naturalmente i corollari: bisogna riscrivere il codice di procedura per cancellare tutta una serie di cavilli che consentono agli imputati colpevoli di “allungare il brodo” mentre vengono paralizzati gli innocenti presi per sbaglio, sotto il giogo della giustizia. Personalmente abrogherei anche la quota laica del Csm: è un organo di autogoverno e quindi deve essere formato interamente da magistrati e non da rappresentanti del Parlamento.
Probabilmente prima che tu faccia tutte queste cose ti avrebbero assassinato…
Molto probabilmente! E quindi è evidente che stiamo scherzando perchè con queste riforme la giustizia comincerebbe a funzionare e le sentenze ad arrivare in tempo. Il Parlamento si spopolerebbe e così i consigli di amministrazione dei tre quarti delle banche e delle imprese private e pubbliche italiane. Quindi è evidente che una riforma che faccia funzionare la giustizia, almeno tutta insieme, non ce la possiamo permettere…
Dismettiamo i panni da “ministro” e torniamo a quelli di Travaglio giornalista visto da sinistra a destra come un componente della categoria insolito (ma forse l’aggettivo più ricorrente è “rompic…”) che fa troppe domande, che c’ha l’archivio…
Mi meraviglio tutte le volte che lo sento dire. Come se fosse strano fare le domande, avere l’archivio e dire le cose come stanno… Io per fortuna vengo spesso interpellato da colleghi stranieri, costernati per quello che succede in Italia e mi rendo contro che loro intendono il giornalismo come lo intendo io, come lo intendete voi di Articolo21, come lo intende Peter Gomez, Barbacetto, Gian Antonio Stella, Lirio Abbate… Ce ne sono tanti. Siamo considerati dei “fuori norma” mentre all’estero, la norma, è quella!
Chiudiamo con la stretta attualità. Polemica sul confronto in tv tra i due principali contendenti. Veltroni lo persegue, Berlusconi non lo vuole.
Il faccia a faccia non è un diritto di veltroni: è un diritto degli elettori. Che un sedicente "grande comunicatore", convinto di "stracciare qualunque avversario", continui a scappare di fronte al suo avversario, la dice lunga sulla fragilità delle sue eventuali ragioni.
Mettiamo il caso che chiedessero a te di arbitrare il duello. La prima domanda che faresti ad entrambi, tanto per rompere il ghiaccio?
La paura di confrontarsi con le domande non è solo di Berlusconi. A Veltroni, se moderassi il confronto, infatti chiederei: perchè non sei mai voluto venire ad Annozero, preferendo il comodo salotto precotto di Vespa? Che cos'ha da nascondere? Ci sono domande a cui non vuole o non sa rispondere? A Berlusconi, negli anni, ho accumulato un centinaio di domande. La prima che mi viene in mente è questa: visto che, come ha detto l'altro giorno, lui è "l'editore più liberale della storia della carta stampata", da Gutenberg in poi, che ne direbbe di restituire la Mondadori, visto che una sentenza definitiva della Cassazione ha stabilito che lui la possiede grazie a una sentenza comprata dal suo avvocato Cesare Previti pagando 400 milioni di lire di provenienza Fininvest al giudice Vittorio metta, poi assunto come avvocato nello studio Previti? Questo domanderei a Berlusconi per prima cosa. Così, tanto per rompere il ghiaccio...
di Stefano Corradino
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